Il cartongesso è uno dei materiali edili più usati in assoluto. La notizia è del Rivenditore cartongesso a Roma che ci illustra le ottime capacità termoisolanti, idrorepellenti e ignifughe
determinate dalla sua composizione mista in cartone e gesso ed è semplice da utilizzare. Di facile reperibilità e di basso costo, viene largamente sfruttato anche nei lavori “fai da te”, per realizzare controsoffitti, pareti mobili, divisori, scaffalature .Questo materiale è tanto semplice da utilizzare, quanto complicato da smaltire: non lo si può gettare infatti nell’indifferenziata e spesso le discariche cittadine non sono attrezzate per accettarlo e smaltirlo correttamente. Vale la pena approfondire l’argomento per scoprire quale sia la procedura corretta per smaltire il cartongesso, una volta che non serve più. La classificazione dei rifiuti Facciamo un passo indietro, ragionando sulla classificazione dei rifiuti, che secondo la legge si dividono in urbani e speciali, pericolosi e non pericolosi. Inoltre, i rifiuti urbani e speciali, pericolosi e non pericolosi si suddividono a loro volta in riutilizzabili e non riutilizzabili. Questa classificazione è volta a favorire il recupero di quanti più rifiuti possibili e il loro corretto smaltimento, in un’ottica di rispetto ambientale.
Il cartongesso è classificato come rifiuto speciale, non pericoloso, riutilizzabile. Con il Decreto Legge del 2012 (a sua volta basato sul Decreto Legislativo 36/2003, e relativo decreto attuativo D.M. 13/03/2003, poi sostituito dal D.M. 03/08/2005) sono stati uniformati i criteri per lo smaltimento di gesso, cartongesso e stucchi, classificati tutti come rifiuti speciali. Però, secondo il Decreto del 2005 il cartongesso non deve essere depositato in aree destinate a rifiuti non pericolosi biodegradabili; d’altra parte, il cartongesso non può nemmeno essere smaltito come rifiuto urbano. Lo smaltimento del cartongesso: solo tramite operatori autorizzati Con il passaggio da “rifiuto inerte” a “rifiuto speciale non pericoloso”, il cartongesso oggi non ha una strada semplice verso lo smaltimento.
Il primo passo per capire come e dove smaltire il cartongesso è recarsi presso l’azienda municipalizzata della propria zona: se questa azienda è autorizzata allo smaltimento del cartongesso siete fortunati e quindi potrete depositarvi le lastre di materiale che non vi servono più. In genere c’è un quantitativo massimo di smaltimento giornaliero concesso ai privati, che può variare da Comune a Comune. Se la piattaforma ecologica della zona non è autorizzata allo smaltimento del cartongesso, la questione non ha una soluzione univoca: abbiamo contattato diversi enti e aziende per capire come muoverci, come privati, per smaltire gli scarti di cartongesso, ma non abbiamo ottenuto risposte definitive e sempre uguali. Considerate perciò le indicazioni che seguono come guide di massima e valutate caso per caso come conviene agire.
Se gli scarti di cartongesso sono tanti, e derivanti da lavori di ristrutturazione o riqualificazione fatti da un’impresa, affidate a loro i materiali: le aziende del settore edile, infatti, possono accedere agli impianti specializzati in trattamento rifiuti, che non sono invece aperti ai cittadini privati. Un esempio di questi impianti è la Cava di Trezzano a Limbiate (in provincia di Monza-Brianza, Lombardia): inaugurato nel 2013, è il primo impianto di smaltimento con recupero e riciclo di cartongesso in Italia. In questo impianto il cartongesso viene frantumato, per separare le due parti in cartone e gesso, che vengono indirizzate a due differenti aree di stoccaggio e recupero. Se gli scarti di lavorazione sono molti ma derivano da lavori “fai da te”, allora lo smaltimento è a carico vostro e dovete contattare un’azienda che si occupa di trasporto rifiuti, autorizzata al trasporto del cartongesso.
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